16/07/2015
Ecco la nuova frontiera dalla “new age” alimentare: le proteine causano i tumori? Gli “Outing” al riguardo di famosi medici, soprattutto oncologi, sembrano confermare questi dati. Ma allora perchè anche ai Vegani viene il cancro? E sopratutto al loro “immacolato e pulitissimo” intestino? Quindi chi ha ragione? Vediamo insieme di capire dove sta l’inghippo.
Tutto parte dalla pubblicazione del nuovo “vangelo della religione Vegana”: THE CHINA STUDY.
Al riguardo sarò breve:
- I foci tumorali indicati nel testo in questione, sono già cellule che fanno da precursori dei tumori, indipendentemente dalla presenza o meno delle proteine in eccesso. Quindi al massimo nel costatare come le proteine animali effettivamente li facciano proliferare, si può al massimo dire esse promuovono la crescita o meno dei tumori, non che li causino, perchè essi erano già presenti!
- Ma non era stato proprio Campbell, criticando studi fatti sui ratti, a dirci che se io nebulizzo quantità di tossine addosso ad un ratto non posso poi dire che siano queste a creare il tumore perché questa condizione non è fisiologica per i ratti? Creerò loro uno stress tale che li farà ammalare. E invece, far mangiare come ha fatto lui, ai topi quantità non naturali di caseina (proteina animale del latte somministrata loro da Campbell) non altera l’equilibrio dei topi? Per non parlare delle cellule in vitro, cui si iniettano sostanze con simpatici aghi che invadono il loro spazio, forando la membrana cellulare. Ma restiamo nella biologia che è sufficiente per ora.
- L’esperimento fatto con l’aumento nella dieta dei ratti di caseina che produce i tumori è stato condotto per due anni, che è la vita media dei ratti. Solo che i ratti a me risulta che vengano svezzati intorno ai 21-28 giorni. I topi (mus musculus e altri) sono “roditori onnivori” e in natura si nutrono di vegetali (erba, verdure, frutta), semi e granaglie varie, e poi integrano la propria dieta con qualche insetto. In cattività la loro dieta si basa su verdure e insalate, semi (con parsimonia i semi di girasole e la frutta secca che fanno ingrassare). Quindi, l’esperimento non è stato condotto nutrendo il ratto con dosi crescenti di proteine animali, ma piuttosto con un sovradosaggio di una sostanza (la caseina) che non è biologicamente prevista nella loro alimentazione giornaliera oltre il periodo di svezzamento, che ripetiamo è al massimo di un mese!
- A questo punto si può dire che tutt’al più Campbell ha dimostrato non che aumentando la quantità di proteine animali fino al 20% si innescano i processi di promozione tumorale, che bensì diminuendo fino al 20% il consumo di vegetali rispetto a quelli che normalmente mangiati si innescano i processi di produzione tumorale. E c’è una bella differenza.
- Si poteva da questi dati anche dedurre anche che la progressiva riduzione di cereali, frutta e verdura fino ad una soglia limite del 5% favorisca la massima insorgenza dei tumori, dati che per altro verrebbero confermati dal suo studio riguardante l’introduzione delle proteine vegetali nell’ alimentazione in quanto non“tumore-determinanti”.
- Stesso discorso per lo studio prospettico sulla popolazione rurale cinese: dato che il consumo di carne era proporzionale alla conseguente diminuzione di cibi vegetali, come possiamo dire che l’aumento dei tumori sia in relazione al primo fattore e non al secondo? Non si poteva a questo punto far la verifica introducendo una qualsiasi altra cosa, oppure assolutamente nulla in quella percentuale del 20% di alimentazione bilanciata che avevamo cambiato, e non per forza mettendoci dentro le proteine animali? Avremmo avuto un ulteriore incrocio di dati da studiare come convalida…
- La popolazione rurale cinese consuma meno carne proprio perché di carne ne ha a disposizione meno di quella cittadina, e quella che c’è era impiegata anche nel lavoro nei campi per ottenere cereali e vegetali. Quindi è l’assunzione di proteine animali o lo scarso contatto con la vita nella natura ed i suoi ritmi il fattore che determina l’insorgenza dei tumori? Nell’era dell’Earthing tutti sanno che l’inquinamento ed i fattori ambientali del resto sono fra le prime cause degli stress psicofisici cancerogenici. È ovvio che i gruppi controllo del China Study più vicini alle città mangino sì più proteine animali, ma è altrettanto ovvio che siano sottoposti a ritmi di vita sicuramente non in linea con i ritmi biologici della natura e questa è una differenza importante rispetto ai soggetti studiati che vivono nelle aree rurali.
- Un giorno, ovviamente appena dopo aver letto The China Study, raccontavo ad un mio paziente queste cose e lui mi disse: “Senti, a me la carne ed il formaggio piacciono, e li mangio da quando esisto cioè da 46 anni, e tumori non ne ho mai avuti. Ora, se volessi prendermi un po’ cura di me senza rinunciare al formaggio a pranzo e alla carne a cena, cosa potrei fare per non eccedere la percentuale del 20% per non innescare ‘sti tumori?”. Io l’ho guardato un attimo e gli ho risposto: “Beh, in effetti basterebbe mangiare un sacco di frutta e verdura, in quantità tale che la percentuale giornaliera di carne e formaggio mangiata resti sotto il 20% il cibo complessivo”. L’ho recentemente visto dopo tre anni e mi ha ringraziato perché ora che si fa 1 litro di centrifuga mela rossa-carota-zenzero al mattino, una spremuta da 500 ml di pompelmo a metà mattina, e l’ananas a fette a merenda, pur mangiando formaggio ad ogni pranzo e la carne tutte le sere a cena, sta veramente bene. Quindi è davvero così importante stare sotto una certa percentuale di proteine o l’importante è non scendere sotto un certo rapporto fra proteine e vegetali.
Per svelare come stanno le cose, dobbiamo scendere nelle profondità della biochimica umana: cosa serve in ultima analisi per far si che il copro funzioni al “massimo dei giri” per il quale è stato programmato? Solo compreso questo possiamo iniziare a capire quanta e quale è l’influenza che i cibi possono avere sui processi di salute e malattia. E’ la biochimica al servizio del progetto di vita dell’uomo.
Il disegno unificato di tutto